THE PARMIGIANER (IT)
TEMPIETTO D’ARCADIA | N.36 Il tempietto d’Arcadia del Parco Ducale è la prima opera al mondo che nasce per volontà già rovina, capace di sintetizzare in un solo sguardo il sogno neoclassico di Alexandre Petitot. Otto colonne in laterizio su struttura circolare, un leggero pendio lo collegava al gruppo statuario del Sileno di Boudard. Ispirato al tempio di Vesta, fu inaugurato nel 1769 per celebrare a tema bucolico le nozze di Ferdinando di Borbone e Maria Amalia d’Asburgo Lorena. Più tardi divenne lo sfondo di rappresentazioni arcadiche ma soprattutto di gare di poesia. La poesia, l’autentica poesia che muove il mondo con tanta maggiore intensità ed energia quanto più sono profondi i contrasti in cui appare una segreta affinità. Ed è a partire dal XVIII sec. che il senso profondo delle rovine è diventato il simulacro materiale del sublime, di quei contrasti capaci di produrre, allo stesso momento, la molteplicità del sentire per quel loro fascino irresistibile e suggestivo. Ambiguo. Rappresentano la precarietà della materia testimone del tempo che passa e che tutto corrode. Nell’incontro con i resti di ciò che un tempo fu grandioso, l’uomo si percepisce in tutta la sua caducità.